C'è una solitudine che può essere cullata. Le braccia incrociate, le ginocchia sollevate, l'aggrapparsi, l'aggrapparsi, questo movimento, a differenza di quello di una nave, leviga e contiene il dondolo. È una solitudine interna, avvolta come una pelle. Poi c'è la solitudine che si aggira. Nessun dondolio può trattenerla. È viva. Da sola. Una cosa secca e dilagante che fa sembrare il rumore dei propri piedi proveniente da un luogo lontano.