Ok", mormorò. "Ti amo." "Anch'io ti amo." Alzò lo sguardo su Holgar e si rese conto che lui non capiva. Sentiva il battito del cuore accelerare e scosse la testa. Il suo sorriso cominciò a svanire. "Non come amico, né come compagno. Holgar, io ti amo e voglio stare con te". Il suo sorriso svanì e i suoi occhi assunsero uno sguardo strano. Lei si sentì iniziare ad avere paura. Lui non la pensa come lei. Ma va bene così. Almeno gliel'ho detto. "Come un compagno?" chiese lui. Lei quasi si mise a ridere. Un mate era il gergo britannico per indicare il migliore amico. Ma probabilmente Holgar non si riferiva a questo. Lui era un lupo mannaro e loro chiamavano i loro coniugi compagni. "Come un compagno", disse lei, riuscendo a non ridacchiare per l'inaspettata barriera linguistica. Lui sembrava ancora confuso e un po' smarrito. "Per helvede", disse lei, usando la sua parolaccia preferita. Poi si sporse in avanti e lo baciò. Per un attimo assaporò la sorpresa sulle sue labbra, poi lui la avvolse con le braccia e la strinse a sé. avrebbe dovuto fare un incantesimo di guarigione per le costole ammaccate più tardi, ma al momento non le importava. Le importava solo la passione, il desiderio che sentiva da lui. Quando finalmente si separarono, lei sussurrò di nuovo: "Ti amo"." "Anch'io ti amo", disse lui. E guardandolo negli occhi, questa volta, lei capì che stavano parlando della stessa cosa. "Allora, vogliamo fare una prova?" chiese lei, senza fiato. Lui la guardò, la confusione tornò di nuovo nei suoi occhi. "Mi ami, ja?" "Sì, ja", disse lei. Lui le sorrise. Gli occhi di lui ballano. "Allora sposami.
