Solo le verità che ci impediscono di vivere meritano il nome di verità, perché, superiori alle esigenze del vivente, non accondiscendono a essere nostre complici. Sono verità "disumane", verità di vertigine che rifiutiamo perché nessuno può fare a meno di appoggi travestiti da slogan o da divinità. La cosa triste è osservare che sono gli iconoclasti, o coloro che pretendono di esserlo, che in tutte le epoche ricorrono più spesso alla finzione e alla menzogna. Il mondo antico doveva essere molto malato per avere bisogno di un antidoto così grossolano come quello somministrato dal cristianesimo. Il mondo moderno si trova nella stessa situazione, a giudicare dai rimedi da cui si aspetta miracoli. Epicuro, il meno fanatico dei saggi, era allora ed è ancora oggi il grande sconfitto. Con stupore e persino orrore, sentiamo parlare di liberazione dell'uomo: come possono gli schiavi liberare lo schiavo? E come possiamo credere che la storia - una processione di follie - possa durare ancora a lungo? L'ora di chiusura suonerà presto nei giardini di tutto il mondo.