Pensate a Icaro, mentre si incolla quei guanti appiccicosi, e prova quello strano piccolo strattone alla scapola, e pensate a quel primo momento impeccabile sul prato del labirinto. Pensate alla differenza che ha fatto! Là sotto ci sono gli alberi, goffi come cammelli; e qui ci sono gli storni scioccati che passano e pensate all'innocente Icaro che se la cava abbastanza bene: più grande di una vela, sopra la nebbia e l'esplosione dell'oceano soffice, va. Ammirate le sue ali! Sentite il fuoco al suo collo e vedete con quanta disinvoltura alza lo sguardo e si lascia catturare, scavando meravigliosamente in quell'occhio caldo. Chi se ne frega di tornare al mare? Vedetelo acclamare il sole e scendere a picco mentre il suo sensibile papà va dritto in città.