Ma in nessuna delle sue fantasie avrebbe potuto immaginare di finire intrappolato in una realtà puramente mentale, con il mondo reale ridotto a una distesa di cenere e fumo sovrastata da nubi tossiche e gas. Uno sconfinato spazio di terra senza futuro, di acqua senza vita. Una silenziosa palla di roccia in orbita nel Sistema Solare, divenuta all'improvviso inospitale. La civiltà di Alex aveva percorso l'ultimo tratto del sentiero. Si era arresa alla Natura. Aveva obbedito impotente alle leggi del cosmo, spietate e uguali per tutti i possibili universi paralleli. Ma nelle pieghe dei ricordi, là dove tutto era già successo e il tempo non seguiva più un andamento lineare, continuava a echeggiare un rumore di fondo. Un flebile, piccolo e insignificante crepitio. L'eco lontana della speranza.