Come ha sostenuto in modo convincente il mio amico Jeremy Gilbert-Rolfe, c'è un elemento di positività nel mondo visibile, e nel colore in particolare, che sfugge totalmente alla storicità del linguaggio, con i suoi protocolli di assenza e polarità. Il colore rosso, come attributo del mondo, è sempre presente. È qualcosa di diverso dall'assenza del giallo e del blu e, quindi, quando quel rosso diventa meno rosso, diventa più uno o l'altro. Non esiste mai in una condizione linguistica di degrado o di eccesso che deve necessariamente derivare dalle nostre aspettative.