Continuo a non capire cosa spinga una persona sana di mente a lasciare la terraferma per passare una vita a descrivere persone che non esistono. Se si tratta di un gioco da ragazzi, di un'estensione della finzione - cosa che ci viene spesso assicurata da persone che scrivono di scrittura - come si spiega il desiderio irrefrenabile di fare quello, solo quello, solo quello, e considerarlo un'occupazione razionale come andare in bicicletta sulle Alpi?