Così fu fatto, la rottura fu compiuta, almeno a parole: il 2 luglio 1776, a Filadelfia, le colonie americane dichiararono l'indipendenza. Se non tutti i tredici orologi avevano suonato all'unisono, dodici lo avevano fatto, e con gli altri silenziosi, l'effetto era stato lo stesso.
Era stato John Adams, più di chiunque altro, a farlo accadere. Inoltre, sembra che egli abbia compreso più chiaramente di chiunque altro quale giorno epocale fosse e, nell'intimità di due lunghe lettere ad Abigail, ha riversato i suoi sentimenti come nessun altro:
Il secondo giorno di luglio del 1776 sarà l'epoca più memorabile nella storia dell'America. Sono propenso a credere che sarà celebrato dalle generazioni successive come la grande festa dell'anniversario. Dovrebbe essere commemorato come il giorno della liberazione con atti solenni di devozione a Dio Onnipotente. Dovrebbe essere celebrata in pompa magna, con spettacoli, giochi, sport, armi, campane, falò e illuminazioni da un capo all'altro del continente, da questo momento in poi, per sempre.