Dovrai imparare a perdonare", disse. "Perché se non lo fai, sai cosa succederà?" "Cosa, dottore?", gracchiai, perché il mio sfogo mi aveva stremato. Gracchiai, perché il mio sfogo mi aveva stremato. "Ti distruggerà", disse mentre mi porgeva il tè. Quando lo disse mi scese una lacrima, perché sapevo che era vero e mi sarebbe piaciuto poterlo fare (non perché mi distruggesse, ma perché era giusto, e nel profondo lo sapevo), ma non potevo e più ci pensavo più il sangue mi saliva alla testa, tanto che ogni volta che scrivevo mi ritrovavo a stringere la matita così forte da rompere la mina non so quante volte, centinaia.