E pensò al Diavolo, in cui non credeva, e guardò intorno alle due finestre dove brillavano i fuochi. Gli sembrò che da quegli occhi cremisi lo guardasse il Diavolo stesso, quella forza sconosciuta che aveva creato il rapporto reciproco tra forti e deboli, quell'errore grossolano che non si poteva mai correggere. Il forte deve impedire al debole di vivere: questa è la legge della natura, ma solo in un articolo di giornale o in un libro di scuola è comprensibile e facilmente accettabile. Nel guazzabuglio che era la vita quotidiana, nel groviglio di banalità di cui erano intessute le relazioni umane, non era più una legge, ma un'assurdità logica, quando il forte e il debole erano entrambi ugualmente vittime delle loro relazioni reciproche, sottomettendosi involontariamente a qualche forza direttrice, sconosciuta, che stava al di fuori della vita, a parte l'uomo.