Era un lavoro magistrale. Ma quando si cominciava ad ammettere spiegazioni in termini di scopo, beh, non si sapeva quale potesse essere il risultato. Era il tipo di idea che avrebbe potuto facilmente decondizionare le menti più inquiete tra le caste più elevate, facendo loro perdere la fede nella felicità come Bene Sovrano e portandole a credere, invece, che la meta fosse da qualche parte al di là, al di fuori dell'attuale sfera umana; che lo scopo della vita non fosse il mantenimento del benessere, ma un'intensificazione e un perfezionamento della coscienza, un ampliamento della conoscenza. Il che, rifletteva il Controllore, era probabilmente vero. Ma non è ammissibile, nella situazione attuale.