Ha preferito La metamorfosi a Il processo, Bartleby a Moby-Dick, Un cuore semplice a Bouvard e Pecuchet, Un canto di Natale a Racconto di due città o a I giornali Pickwick. Che triste paradosso, pensò Amalfitano. Ora anche i farmacisti librai hanno paura di affrontare le grandi opere imperfette e torrenziali, i libri che aprono strade sconosciute. Scelgono gli esercizi perfetti dei grandi maestri. O quello che equivale alla stessa cosa: vogliono guardare i grandi maestri che si sfidano, ma non hanno alcun interesse per il combattimento vero, quando i grandi maestri lottano contro quel qualcosa, quel qualcosa che ci terrorizza tutti, quel qualcosa che ci tormenta e ci sprona, tra sangue e ferite mortali e fetore.