La primavera arrivò tardi. Per i bambini, chiusi nella canonica buia e fredda ad abituarsi alla zia e a superare la morte che l'aveva portata, l'inverno era sembrato interminabile. Ma ora l'aspra brughiera era punteggiata da ombre di nuvole in corsa; l'agrifoglio maltrattato aveva smesso di piangere; la muffa verde sulle tombe si era seccata in un grigio poco rassicurante.
La chiesa non poteva mai sembrare allegra. Era troppo nera e la sua voce, la campana, diceva sempre "Fu - ner -al... fu - ner- al..." anche quando li chiamava solo per ascoltare uno dei drammatici sermoni del papà.