Non posso sopportare di non sapere cosa mi riserverà il giorno dopo: l'incertezza mi sta tagliando in due. La stanza è buia. Una candela tremolante brucia sul davanzale della finestra a pochi metri di distanza. Faccio un respiro profondo, cioè il più profondo che riesco a fare.
"Stai bene?" Sarah mi chiede.
Chiudo le braccia intorno a lei. "Mi manchi", dico.
"Ti manco? Ma sono proprio qui".
"È il modo peggiore per sentire la mancanza di qualcuno. Quando è proprio accanto a te e ti manca comunque.