Nulla che provi o che sia malato o parziale. Nulla di falso, nulla di difficile o facile, di piccolo o colossale. Nulla di ordinario o straordinario, nulla di svuotato o riempito, reale o irreale; nulla di debole e conosciuto o di goffo e indovinato. Ovunque tinte infantili, innocenti, spontanee, vere. Da nessuna parte forse che carne e impossibilmente un tale giardino, ma in realtà fiori che seni sono tra le bocche stesse della luce. Nulla di creduto o dubitato; il cervello sopra il cuore, la superficie: da nessuna parte odio o paura; ombra, mente senza anima. Solo come fiamme fredde e senza misura del fare; solo l'altro che costruisce sempre sé distinti di reciproca apertura totale; solo vivo. Mai le finalità assassinate del dove-quando e del sì-no, i non-giochi impotenti del torto e del giusto-sbagliato; mai un guadagno o una pausa, mai la morbida avventura del non-dom, le angosce avide e le estasi cullanti dell'inesistenza; mai riposare e mai avere: solo crescere. Sempre la bella risposta che pone una domanda più bella.
