Fissa l'asfalto prima di alzare gli occhi e fissarmi. Le sue pupille danzano, inquiete, ho l'impressione che le sue labbra stiano tremando. Poi mi presenta un indovinello con il quale dovrò ancora rompermi molto la testa. Domanda:
- Quanto tempo puoi aspettare?
Che diavolo di risposta potrei dare, Georg? Forse era una trappola. Se avessi detto "due o tre giorni", mi sarei mostrato troppo impaziente. E se avessi risposto "per tutta la vita", avrebbe potuto pensare che non la amavo così tanto o forse che non ero sincero. Bisognava quindi trovare una risposta intermedia. Dissi:
Posso sopportare di aspettare finché il mio cuore non inizierà a sanguinare per l'angoscia.
Lei sorrise, incerta. Poi mi passò un dito sulle labbra. E chiese:
- E quanto tempo ci vuole?
Desperato scossi la testa e decisi di dire la verità.