Questo è il puro movimento della natura prima di ogni riflessione. Tale è la forza della pietà naturale, che i costumi più depravati stentano ancora a distruggere, poiché ogni giorno si vede nei nostri teatri qualcuno che si affligge e piange per i mali di qualche sventurato e che, se fosse al posto del tiranno, intensificherebbe ancora di più i tormenti del suo nemico; [come il sanguinario Silla, così sensibile ai mali che non aveva causato, o come Alessandro di Fere, che non osava assistere alla rappresentazione di alcuna tragedia, per paura di essere visto piangere con Andromaca e Priamo, e che tuttavia ascoltava impassibile le grida di tanti cittadini che venivano uccisi ogni giorno per suo ordine. La natura, dando agli uomini le lacrime, testimonia di aver dato alla razza umana il cuore più tenero"]. Mandeville ha la chiara consapevolezza che, con tutti i loro costumi, gli uomini non sarebbero mai stati altro che mostri, se la natura non avesse dato loro la pietà per aiutare la loro ragione; ma non ha visto che solo da questa qualità derivano tutte le virtù sociali che egli vuole negare negli uomini. Infatti, cosa sono la generosità, la misericordia e l'umanità, se non la pietà applicata ai deboli, ai colpevoli o alla specie umana in generale. La benevolenza e persino l'amicizia sono, propriamente intese, il prodotto di una costante pietà fissata su un oggetto particolare; perché desiderare che qualcuno non soffra è forse qualcosa di diverso dal desiderare che sia felice?