Konrad si que palidecia cada vez que escuchaba musica. Cualquier tipo de musica, incluso la mas popuar, lo tocaba tan de cerca como si le estuvieran tocando el cuerpo de verdad. Palidecia, sus labios temblaban. La musica le decia algo mas que los demas no podian comprender. Probablemente las melodias no le hablasen al intelecto. La disciplina en la que vivia, en la que habia crecido, la disciplina que le habia ayudado a obtener su lugar y su rango en el mundo, la disciplina que el mismo habia elegido de manera voluntaria - como el creyente que escoge por si solo la culpa y el castigo - esa disciplina desaparecia en tales momentos, y su cuerpo tenso y crispado se relajaba. (...) Escuchaba la musica con todo su cuerpo, con una atencion parecida a la que presta un condenado en su celda al ruido de pasos que quizas lleven la noticia de su salvacion. En esos momentos no oia a quienes se dirigian a el. La musica rompia en pedazos el mundo a su alrededor, cambiaba las leyes establecidas de manera artificial durante unos instantes...
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... Posai il mio cuscino sul terzo gradino dal basso, mi sedetti, presi il cappello e vi misi dentro la sigaretta: non proprio nel mezzo e non in un angolo, proprio così come se vi fosse stata gettata dall’alto e cominciai a cantare: “Il povero Papa Giovanni…”. Nessuno badava a me, non sarebbe neppure stato un bene: dopo una, due, tre ore avrebbero pur cominciato ad accorgersi di me. Interruppi la mia strofa quando udii la voce al microfono che annunciava un treno da Amburgo… Allora andai avanti. Mi spaventai quando la prima moneta cadde nel cappello: era un soldo, colpì la sigaretta, la sospinse troppo da parte. La rimisi al posto giusto e ripresi a cantare.
Heinrich BöllTags: musica clown cappello mendicare soldo
Poi è andata com'è andata. É andata come sappiamo. Sono finite le autoriduzioni, le lotte armate, le rivoluzioni, le autonomie operaie. Ai concerti si paga il biglietto, e che biglietto. I musicisti sono diventati rockstar, o almeno ci hanno provato senza vergogna. Hanno fatto la fila per un passaggio in tv, sono andati al festival di Sanremo e pure al Festivalbar. E se prima si difendevano ai concerti da chi li processava, adess si lamentano se i loro dischi si scaricano dalla rete. Parlano male della droga, del sesso senza amore, della politica che non usa la lingua della ggente. Si sposano (addirittura qualcuno in chiesa), mettono su famiglia, scoproni i valori, smettono di bere, di farsi, consigliano ai giovani di non sprecare la propria vita.
Il mercato ha vinto. Il pubblico ha sfrattato il popolo. Siamo più liberi,oggi. Di comprare quello che vogliamo.
Ma non è un caso, alla fine se abbiamo sempre meno musica che vale la pena d'essere comprata.
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La musica non tradisce, la musica è la meta del viaggio. La musica è il viaggio stesso.
Giorgio FalettiTags: musica meta viaggi viaggiare
Passò per vie rumorose piene di luce, per gallerie dalla risonanza profonda, su cui, con rumore di tuono, rotolavano pesantemente i treni e che eran tutte tappezzate di annunzi reclamistici dai colori vistosi, vide splendidi palazzi, e case a quattro piani, strette, con finestre polverose che ammiccavan sulla via sporca; risalì file di strade che si somigliavano come orfanelle o ciechi, condotti in fila.
Infine si svegliò lentamente alla realtà, e si sentì vecchia, triste e stanca, per aver vegliato e corso.
Miserabili bottegucce si schiacciavano l'un l'altra per mettersi in evidenza: abiti vecchi per i più poveri, biancheria grigia per gli operai, e per tutti viveri a buon mercato. Ceste di pere, dure e verdi, e di prugne, nere e secche, aspettavano di sedurre una clientela infantile, coperte da una rete a maglie strette che le salvava dai ladruncoli. In una botteguccia vide una donna obesa, che con le mani tremanti, secche e gialle, accendeva una lampada a petrolio. Ai suoi piedi un ragazzino la guardava con curiosità, con una carota, mezzo rosicchiata, nella sua mano di bambino sporco.
Le strade, i cumuli di mercanzie, le camicie grigie, le pere, la rete, i visi stanchi delle persone, tutto era annerito dalla fuliggine grassa delle locomotive che passavano, brontolando, e dal fumo di tutti i camini degli stabilimenti che erano là, stretti gli uni vicino agli altri, come alberi di una foresta.
“Ecco il tuo giorno di festa” pensava Franzi.
Ella era ferita e inasprita fino al pianto, come se tutto: la strada grigia, la bruttezza della miseria, la tristezza della povertà, fossero state accumulate in quest'angolo di città straniera per disprezzarla.
“Ecco il tuo giorno di festa” diceva in lei una voce chiara. E questa creatura che detestava sognare, che non comprendeva la morte, che non si attaccava che alla realtà, che non voleva conquistare e non desiderava che ciò che si può afferrare, ciò che è vibrante di vita: questa creatura si svegliava qui, nella grigia strada di un quartiere popolare di Praga, Zizkov, che nel crepuscolo confuso di una sera di primavera si prolungava a perdita d'occhio.
“Ecco il tuo giorno di festa” pensava Franzi.
Ella sentiva che non era solo questo giorno che la condannava, ma la troppo lunga fila di giorni di lavoro, fra cui essa aveva il suo posto: ancora grigio su grigio, come un orfanello in una lunga fila, come un seguito di ore vuote in un mondo vuoto. Vuoto? Non stava più la sua vita sulle ali della musica, la più umana di tutte le arti? Perchè dunque il suo passato restava così freddo, così paurosamente squallido, senza un sorriso, senza un ricordo, senza altro che tante pagine voltate, in un gran quaderno di musica? Aveva sempre suonato per se stessa e per la propria soddisfazione. A finestre e porte chiuse si era ubriacata di musica come di un vizio segreto.
Che significato aveva per lei? Tanto? Ancora ieri ella vi aveva trovato consolazione, speranza, entusiasmo e pace, terra e cielo, letizia e dolore. Oggi tutto era lontano. Nessuno mai l'aveva ascoltata; mai nessuna delle sue parole si era riflessa nel sorriso di un'altra creatura; mai nessuno era stato dietro a lei e le aveva passato la mano sulla spalla all'ultimo accordo del pianoforte...
Quando sei triste hai bisogno di sentire il tuo dolore fatto musica
Susanna KaysenTags: musica triste malinconia
Las canciones son como almas gemelas. Hay muchas por ahí que puede ser que pienses que amas, pero entonces oyes una canción que nunca te lo preguntas de nuevo. La canción que rompe cualquier noción previa que tenías sobre tus favoritas y cambia tu forma de ver la música.
Kelly OramTags: musica
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