Era piacevole svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi su una stanza luminosa e spoglia, con un pavimento di piastrelle rosse che sembrano pulite anche se non lo sono; con un soffitto dipinto dove grifoni rosa e amorini blu si sfidano in una foresta di violini e fagotti gialli. Era anche piacevole spalancare le finestre, pizzicando le dita in chiusure sconosciute, per affacciarsi al sole con belle colline e alberi e chiese di marmo di fronte e, poco più in basso, l'Arno che gorgogliava contro l'argine della strada.