Le mani di lei gli strinsero la giacca mentre premeva il viso sul suo petto. Lui non la toccò a sua volta, rimase immobile, con il corpo teso. "Non è così", riuscì a dire lei. "Non sono... non è che io... Non sono una puttana. Non lo sono. Non è questo che... per favore, per favore...".
Non si preoccupò di finire. Stava piangendo troppo forte per finire comunque, non riusciva nemmeno a completare la bugia. No, non si stava prostituendo a Lex per la droga. Tecnicamente. E non se n'era nemmeno accorta.
Più delicatamente di quanto si sarebbe aspettata, le mani di lui trovarono le sue e le distolsero dalla giacca. La spinse via, con lo sguardo concentrato a terra. Non la guardò nemmeno. Lei ne fu felice. Non voleva che lui la vedesse così.
"No", disse lui. "No, Chess, non sei una puttana. Una puttana è onesta.