Quella sera, su quel palco, sotto quel cranio, mi sono sentito incredibilmente vicino a tutto l'universo, ma anche estremamente solo. Mi sono chiesto, per la prima volta in vita mia, se la vita valesse tutto il lavoro necessario per viverla. Che cosa ne valeva esattamente la pena? Cosa c'è di così orribile nell'essere morti per sempre, nel non sentire nulla e nel non sognare? Cosa c'è di così bello nel sentire e nel sognare?