Signore e signori. Vorrei informarvi, a nome dello Stato nazionale della Guyana, che ci dimetteremo dall'essere un Paese. Non riusciamo a farlo funzionare. Ci abbiamo provato. Abbiamo fatto del nostro meglio. Non è possibile. I problemi sono insolubili. A partire dalla mezzanotte di oggi, cesseremo le attività commerciali. Il Paese è ormai allo sbando. Ci liquideremo volontariamente. La nazione si disperderà in silenzio, con un po' di vergogna, ma non importa. Abbiamo fatto un tentativo.
Diverse persone hanno suggerito soluzioni diverse. Fate in questo modo. Provate con questo. Lasciate che ci provi io. Non funziona niente. Siamo alla mercé dei Paesi ricchi. Un team di consulenti di gestione degli Stati Uniti non è riuscito a trovare la risposta e, per non averla trovata, abbiamo dovuto pagare loro una somma che ha aumentato notevolmente il nostro debito nazionale. Ci arrendiamo, con grazia, ma ci arrendiamo".
E poi si è immaginato, in silenzio e con dignità, mentre riponeva i suoi documenti nella valigetta, si inchinava all'assemblea silenziosa, tornava a sgomberare il suo ufficio e andava a fare una passeggiata con la moglie lungo la riva del mare. (Il racconto del ventriloquo