E per preservare la loro indipendenza, non dobbiamo permettere ai nostri governanti di caricarci di debiti perpetui. Dobbiamo scegliere tra economia e libertà o profusione e servitù. Se ci indebitiamo a tal punto da dover essere tassati nella nostra carne e nella nostra bevanda, nelle nostre necessità e nelle nostre comodità, nelle nostre fatiche e nei nostri divertimenti, per le nostre vocazioni e i nostri credi, come fa il popolo inglese, il nostro popolo, come loro, deve venire a lavorare sedici ore su ventiquattro, dare i guadagni di quindici di queste al governo per i suoi debiti e le sue spese quotidiane; e poiché la sedicesima è insufficiente a darci il pane, dobbiamo vivere, come loro, di farina d'avena e patate; non abbiamo tempo per pensare, né mezzi per chiamare i cattivi amministratori a rendere conto del loro operato, ma siamo felici di procurarci il sostentamento ingaggiandoci per stringere le loro catene al collo dei nostri compagni di sofferenza.