I romanzi non possono mai essere totalmente immaginari o totalmente reali. Leggere un romanzo significa confrontarsi sia con l'immaginazione dell'autore sia con il mondo reale di cui grattiamo la superficie con tanta curiosità. Quando ci rifugiamo in un angolo, ci sdraiamo su un letto, ci allunghiamo su un divano con un romanzo in mano, la nostra immaginazione inizia a viaggiare avanti e indietro tra il mondo di quel romanzo e il mondo in cui ancora viviamo. Il romanzo che abbiamo tra le mani può portarci in un altro mondo in cui non siamo mai stati, che non abbiamo mai visto o sentito nominare. Oppure può portarci nelle profondità nascoste di un personaggio che, in superficie, sembra simile alle persone che conosciamo meglio. Richiamo l'attenzione su ognuna di queste possibilità isolate perché c'è una visione che nutro di tanto in tanto che abbraccia entrambi gli estremi. A volte cerco di evocare, uno per uno, una folla di lettori riuniti in un angolo e rannicchiati nelle loro poltrone con un romanzo in mano; e cerco anche di immaginare la geografia della loro vita quotidiana. E poi, davanti ai miei occhi, migliaia, decine di migliaia di lettori prendono forma, distribuiti per le strade della città, mentre leggono, sognano i sogni dell'autore, immaginano l'esistenza dei suoi eroi e vedono il suo mondo. E poi, ora, questi lettori, come l'autore stesso, finiscono per cercare di immaginare l'altro; si mettono anche loro nei panni di qualcun altro. E sono questi i momenti in cui sentiamo la presenza di umanità, compassione, tolleranza, pietà e amore nei nostri cuori: perché la grande letteratura non si rivolge alla nostra capacità di giudizio, ma alla nostra capacità di metterci nei panni dell'altro.

Autore: Orhan Pamuk

I romanzi non possono mai essere totalmente immaginari o totalmente reali. Leggere un romanzo significa confrontarsi sia con l'immaginazione dell'autore sia con il mondo reale di cui grattiamo la superficie con tanta curiosità. Quando ci rifugiamo in un angolo, ci sdraiamo su un letto, ci allunghiamo su un divano con un romanzo in mano, la nostra immaginazione inizia a viaggiare avanti e indietro tra il mondo di quel romanzo e il mondo in cui ancora viviamo. Il romanzo che abbiamo tra le mani può portarci in un altro mondo in cui non siamo mai stati, che non abbiamo mai visto o sentito nominare. Oppure può portarci nelle profondità nascoste di un personaggio che, in superficie, sembra simile alle persone che conosciamo meglio. Richiamo l'attenzione su ognuna di queste possibilità isolate perché c'è una visione che nutro di tanto in tanto che abbraccia entrambi gli estremi. A volte cerco di evocare, uno per uno, una folla di lettori riuniti in un angolo e rannicchiati nelle loro poltrone con un romanzo in mano; e cerco anche di immaginare la geografia della loro vita quotidiana. E poi, davanti ai miei occhi, migliaia, decine di migliaia di lettori prendono forma, distribuiti per le strade della città, mentre leggono, sognano i sogni dell'autore, immaginano l'esistenza dei suoi eroi e vedono il suo mondo. E poi, ora, questi lettori, come l'autore stesso, finiscono per cercare di immaginare l'altro; si mettono anche loro nei panni di qualcun altro. E sono questi i momenti in cui sentiamo la presenza di umanità, compassione, tolleranza, pietà e amore nei nostri cuori: perché la grande letteratura non si rivolge alla nostra capacità di giudizio, ma alla nostra capacità di metterci nei panni dell'altro. - Orhan Pamuk

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