I tempi sono maturi per ripercorrere la giornata, la settimana, l'anno e cercare di capire da dove veniamo e dove stiamo andando, per setacciare le cose che abbiamo fatto e quelle che abbiamo lasciato in sospeso alla ricerca di un indizio su chi siamo e su chi, nel bene o nel male, stiamo diventando. Ma ancora e ancora evitiamo i pensieri lunghi....Ci aggrappiamo al presente per paura del passato. E perché no, dopotutto? Siamo confusi. Abbiamo bisogno di una fuga che possiamo trovare. Ma c'è un bisogno più profondo, credo, ed è il bisogno - non sempre, certo, ma di tanto in tanto - di entrare in quella stanza immobile dentro di noi, dove il passato continua a vivere come parte del presente, dove i morti sono di nuovo vivi, dove noi stessi siamo più vivi alle svolte e a dove ci hanno portato i nostri viaggi. Il nome della stanza è Ricorda - la stanza dove con pazienza, con carità, con tranquillità di cuore, ricordiamo consapevolmente le vite che abbiamo vissuto.