La colpa più grande di oggi è quella di chi accetta il collettivismo per difetto morale; di chi cerca di proteggersi dalla necessità di prendere posizione, rifiutando di ammettere a se stesso la natura di ciò che sta accettando; di chi sostiene piani specificamente concepiti per raggiungere la servitù della gleba, ma si nasconde dietro la vuota affermazione di essere amante della libertà, senza che a questa parola sia attribuito alcun significato concreto; di chi crede che il contenuto delle idee non debba essere esaminato, che i principi non debbano essere definiti e che i fatti possano essere eliminati tenendo gli occhi chiusi. Si aspettano, quando si trovano in un mondo di rovine sanguinose e campi di concentramento, di sfuggire alla responsabilità morale lamentandosi: "Ma io non volevo questo!