La poesia può scatenare una paura terribile. Suppongo che sia la paura delle possibilità, troppe possibilità, ognuna con la sua serie infinita di variazioni. È come guardare troppo da vicino e troppo a lungo in uno specchio; presto i tuoi lineamenti si distorcono, poi esplodono. Se guardate troppo da vicino le vostre poesie, o le ascoltate troppo da vicino mentre vi arrivano sottovoce, i tratti dentro di voi - chiamateli cuore, chiamateli mente, chiamateli anima - accelerano fuori controllo. Si distorcono e scoppiano, ed è uno strano dolore. Ci si rende conto, allora, che non si può tentare di abbattere troppe barriere in un tempo troppo breve, perché ci sono tanti orrori che aspettano di entrare dentro di noi quante sono le parti di noi stessi che spingono per uscire, e con la stessa, o più, febbrile determinazione.