Dalle tende a cono si levava il concerto dei pesanti respiri addormentati. Cosa fosse quel poter chiudere gli occhi, perdere coscienza di sé, affondare in un vuoto delle proprie ore, e poi svegliandosi ritrovarsi eguale a prima, a riannodare i fili della propria vita, Agilulfo non lo poteva sapere e la sua invidia per la facoltà di dormire propria delle persone esistenti era un'invidia vaga, come di qualcosa che non si sa nemmeno concepire.
Autore: Italo Calvino