Adesso che non potevo più pensare a me come a un'insegnante, una scrittrice, che non potevo più indossare quello che volevo, né camminare per strada al mio passo, gridare se mi andava di farlo o dare una pacca sulla spalla a un collega maschio, adesso che tutto ciò era diventato illegale, mi sentivo evanescente, artificiale, un personaggio immaginario scaturito dalla matita di un disegnatore che una gomma qualsiasi sarebbe bastata a cancellare
Azar NafisiDicono che il privato è politico; non è vero, naturalmente. Anzi, al centro della lotta per i diritti politici c'è proprio il desiderio di proteggere noi stessi, di impedire al politico di intromettersi nella vita privata. Pubblico e privato sono legati da un rapporto di interdipendenza, ma ciò non significa che siano la stessa cosa. Il regno dell'immaginazione è come un ponte che li modifica di continuo l'uno rispetto all'altro. Il re filosofo di Platone lo sapeva, e così il nostro censore cieco; non c'è quindi da stupirsi che il primo obiettivo della Repubblica Islamica fosse quello di eliminare il confine tra i due ambiti, finendo per distruggerli entrambi.
Azar NafisiChi sa ballare alla persiana?” domando. Tutte si voltano a guardare Sanaz. Lei si schermisce, fa di no con la tessta. Cominciamo ad insistere, a incoraggiarla, formiamo un cerchio intorno a lei. Quando inizia a ballare, piuttosto a disagio, battiamo le mani e ci mettiamo a canticchiare. Nassrin ci chiede di fare più piano. Sanaz riprende, quasi vergognandosi, a piccoli passi, muovendo il bacino con grazia sensuale. Continuiamo a ridere e a scherzare, e lei si fa più ardita; muove la testa a destra e sinistra, e ogni parte del suo corpo vibra; balla anche con le dita e le mani. Sul suo volto compare un'espressione particolare, spavalda, ammicante, che attrae, cattura, e al tempo stesso sfugge e si nasconde. Appena smette di ballare, tuttavia, il suo potere svanisce.
Esistono varie forme di seduzione, ma quella che emana dalle danze tradizionali persiane è unica, una miscela di impudenza e sottigliezza di cui non mi pare esistano eguali nel mondo occidentale. Ho visto donne di ogni estrazione sociale assumere lo stesso sguardo di Sanaz, sornione, seducente e l'ho ritrovato anni dopo sul viso di Leyly, una mia amica molto sofisticata che aveva studiato in Francia, vedendola ballare al ritmo di una musica piena di parole come naz e eshveh e kereshmeh, che potremmo tradurre con “malizia”, “provocazione”, “civetteria”, senza però riuscire a rendere l'idea.
QUesto tipo di seduzione è al tempo stesso elusiva, vigorosa e tangibile. Il corpo si contorce, ruota su se stesso, si annoda e si snoda. Le mani si aprono e si chiudono, i fianchi sembrano avvitarsi e poi sciogliersi. Ed è tutto calcolato: ogni passo ha il suo effetto, e così il successivo. È un ballo che seduce in un modo che Daisy Miller non si sognava neanche. È sfacciato, ma tutt'altro che arrendevole. Ed è tutto nei gesti di Sanaz. La veste nera e il velo - che ne incorniciano il volto scavato, gli occhi grandi e il corpo snello e fragile - conferiscono uno strano fascino ai suoi movimenti. Con ogni mossa, Sanaz sembra liberarsene: la vesta diventa sempre più leggera, e aggiunge mistero all'enigma della danza.
Quel giorno avevo una sensazione struggente, come di un lutto anticipato. Ciò che avevo di più caro era stato schiacciato come un prato di fiori di campo, raso al suolo per fare posto a un giardino ben curato. Neppure quando studiavo negli Stati Uniti avevo mai provato nulla del genere. In tutti quegli anni mi ero tenuta saldamente aggrappata alla certezza che la mia casa, il mio paese mi appartanevano, e potevo tornarci ogni volta che volevo. E fu solo quando infine vi feci ritorno che compresi il vero significato dell'esilio. Camminando per quelle strade che amavo e ricordavo con tanto affetto, era come se stessi calpestando i miei ricordi.
Azar NafisiShe is a tyrant much in the way of a bad novelist, who shapes his characters according to his own ideology or desires and never allows them the space to become themselves.
Azar NafisiWe envy people like you, and we want to be you; we can't, so we destroy you.
Azar NafisiIt's frightening to be free, to have to take responsibility for your decisions.
Azar NafisiTehran looked the way most of its remaining citizens must have felt: sad, forlorn, and defenseless, yet not without a certain dignity. The adhesive tape pasted on the window-panes to prevent the implosion of shattered glass told the story of its suffering, a suffering made more poignant because of its newly recovered beauty, the fresh green of trees, washed by spring showers, the blossoms and the rising snowcapped mountains now so near, as if pasted across the sky.
Azar Nafisiو لكننا في ذلك الوقت لم نكن قد وعينا بعدُ إلى أي مدى كنا نخونُ أحلامنا.
Azar NafisiMy toe as a lethal weapon!
Azar NafisiStichwörter: humorous
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