Un libro, quando è diventato un libro, è una cosa nuova, una cosa che prima non c'era, non c'era in natura e adesso esiste, come un essere umano al primo vagito, come una pianta, come ogni genere di cosa che cresce.
Paolo Di PaoloProverà a non diventare mai uno di quei padri che sorridono agli entusiasmi, ai sogni dei figli, che alzano le spalle e li trattano da illusi. Infinite volte è capitato anche a lui di essere liquidato come un ingenuo, con quel paternalismo, con il disincanto di chi ha già perduto la propria battaglia. Vorrebbe, in questo, non diventare mai come gli altri, come gli adulti.
Paolo Di PaoloBisogna restare politici nel tramonto della politica.
Paolo Di PaoloAma le cose che si ripetono e ama il fatto che si ripetano, considera le abitudini stampelle della vecchiaia, la sola possibilità di non inciampare e cadere.
Paolo Di PaoloNon gli è mai capitato di scriverne, ma forse vengono così, le poesie: senza dare il tempo di provarne vergogna.
Paolo Di PaoloSe non è indietro con gli esami, Moraldo è indietro con le convinzioni. Si spacca la testa sulla filosofia, ma i concetti gli esplodono dentro appena crede di averli afferrati. Kant e Hegel tossiscono alle sue spalle come vecchi zii burberi. Il punto non sarebbe nemmeno capire loro, ma piuttosto sé stesso. Dov'è lui, rispetto a loro. Che cosa pensa di preciso. Qual è la sua ossatura morale. Invidia la facilità con cui molti coetanei sanno dove stare. Nel posto in cui fregarsene di tutto, senza rimorsi; o in quello dove accalorarsi, spendersi, dare di testa. Il posto dove essere qualcosa.
Paolo Di PaoloQuando smetti di essere un bambino, non te ne accorgi. È una campanella che suona più a lungo del previsto, o semplicemente il risultato di un'estate. Quando smetti di essere adolescente, no, nemmeno di questo ti accorgi. Stai correndo. Stai per perdere un treno. Sei concentrato solo in quella corsa. [...]
E quando smetti di essere giovane?
Lì no, impossibile non accorgersi: una sequela di avvisaglie, di avvertimenti ti incalza, conferma che si sta esaurendo la scorta di benevolenza che il tempo e il mondo ti hanno destinato. Che cosa si guadagna, crescendo? Dove non avresti immaginato conflitti, è proprio là che esplodono, con una violenza che può lasciarti stordito. Non c'è quasi più niente che somigli a un dono. Tutto ha l'aria di una promessa non mantenuta.
I libri - gli mancheranno uno per uno, anche quelli che non sa più di avere. Amati come poco altro al mondo: li sfiora. Hanno dato senso alle giornate, le hanno riempite. [...]
Tanto i libri non si muovono, Piero - lei lo guarda dalla soglia dello studio, i libri aspettano, si caricano di polvere, diventano fragili e gialli come le mani dei vecchi, però restano.
Dove resta scritto, dove resta segnato l'amore che facciamo? Il piacere, esiste solo provandolo. Tutta la concentrazione del mondo, un minuto dopo, non servirebbe a riafferrarlo là dove è svanito.
Paolo Di PaoloRitiene di essere passato molto vicino a qualche cosa di importante, che poteva cambiargli la vita. Ritiene che non è semplice riconoscere queste occasioni: nel corridoio della realtà, sono porte che si aprono improvvise, passa qualche minuto, un'ora, il vento le fa sbattere per un po', poi le chiude. Ritiene che, non potendo aspettarsi niente di preciso, poteva perciò aspettarsi tutto. Sta per convincersi, si è già convinto che addentrarsi e sostare nello spazio imprevedibile, convulso dell'esistenza di lei, non gli avrebbe tolto ma aggiunto. Aggiunto qualcosa che adesso non ha. Non sa, non può immaginare cosa.
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